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Quello delle pensioni è in assoluto uno dei temi più caldi e dibattuti dell’economia italiana. Da anni si parla di riforma delle pensioni, diversi governi hanno abbozzato proposte in merito, ma la situazione continua a essere molto dibattuta. Ripensare la previdenza sociale è una necessità, soprattutto in linea con i forti cambiamenti demografici che l’Italia sta affrontando negli ultimi anni, e non solo. Anche i mutamenti del mondo del lavoro porteranno necessariamente a rimodulare la previdenza sociale nei prossimi anni. Una riforma del sistema pensionistico ancora non si vede all’orizzonte, ma continuano gli interventi per cercare di regolare le pensioni.
Un aumento delle pensioni fissato al 2023
Dal mese di luglio del 2023 scatterà un importante aumento per le pensioni minime. Stando a quanto fissato dalla Legge di Bilancio 2023, il trattamento minimo INPS sarebbe dovuto passare a 600€ già nel gennaio del 2023. Tuttavia, c’è stato uno slittamento, dovuto al fatto che si sono riscontrati alcuni ritardi nell’individuazione dei beneficiari. Nonostante il ritardo c’è una buona notizia: chi riceverà l’aumento vedrà integrata anche la somma di tutti gli arretrati accumulati da gennaio 2023.
Chi sono i beneficiari dell’aumento delle pensioni minime
Questo aumento delle pensioni minime non scatterà per tutti i pensionati. È riservato ai pensionati titolari di una pensione minima che abbiamo almeno 75 anni. Chi ha sotto i 75 anni riceverà un aumento, ma di entità inferiore. L’aumento non riguarderà le prestazioni di carattere assistenziale, facoltativo o di accompagnamento a pensione. Questo significa che chi è titolare di una pensione di invalidità non vedrà un aumento sul suo conto.
Con la Legge di Bilancio 2023 si è messo mano in modo significativo al sistema di rivalutazione delle pensioni, garantendo aumenti importanti per le pensioni minime. Si è intervenuti soprattutto a favore di quei trattamenti pensionistici fino a 4 volte la pensione minima. I fattori presi in considerazione sono diversi, su tutti una rivalutazione al 100% dell’inflazione. Per i titolari di un trattamento INPS si registrerà, inoltre, un ulteriore aumento, pari al +1,5% per il 2023 e del +2,7% per il 2024. Coloro che hanno più di 75 anni godranno anche di un aumento del + 6,4%. La pensione minima arriverà quindi a 600€.
L’adeguamento all’inflazione delle pensioni minime
Grazie all’adeguamento all’inflazione, l’importo di una pensione minima passa dai 525,38 euro del 2022 ai 563,74 euro. Qualora un pensionato non raggiungesse questo importo gli verrebbe riconosciuto un importo aggiuntivo, detto “integrazione al minimo”. Questo permetterà a tutti i titolari di una pensione in linea con i giusti requisiti reddituali di raggiungere l’importo del trattamento minimo INPS.
Chi non beneficerà dell’aumento delle pensioni minime
Come specificato dall’INPS nella Circolare n.35 dell’aprile 2023 e nel Messaggio n. 2329 del 22 giugno, sono esclusi da questo aumento coloro che godono di prestazioni a carico delle assicurazioni facoltative (VMP, IOBIS, VOBIS, IMP, SPORTASS), o di prestazioni di carattere assistenziale (AS, PS, INVCIV). Lo stesso vale anche per le prestazioni di accompagnamento a pensione (043-INDCOM; 027-VOCRED, 028-VOCOOP, 029-VOESO, 127-CRED27; 128-COOP28; 129-VESO29; 143-APESOCIAL; 198-VESO33, 199-VESO92; 200-ESPA).
L’aumento, inoltre, non sarà esteso anche alle prestazioni fiscalmente non imponibili, come la quattordicesima e le somme corrisposte a titolo di maggioranza sociale.
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